IL TUTTO ALCHEMICO
I Pilastri della Grande Opera
Noi siamo Homo
sapiens e da circa 200 mila anni siamo… immutati non solamente fisicamente, ma
nel nostro profondo umano, nel modo di confrontarci con il reale, pensare,
sentire e sognare perché immutata la biochimica e la rete neurale del nostro
sistema nervoso e … sogniamo da sempre con i medesimi simboli.
Noi camminiamo pericolosamente in equilibrio sulla nostra razionalità, saccenza, infantilismo esoterico ed essoterico... noi non sappiamo nulla e ciò che abbiamo timidamente compreso lo possiamo donare solo al nostro allievo/a... incontrato e scoperto grazie al "destino delle moire".
Pertanto scrivere queste parole è solo una speranza, che per vostra giunta illuminazione possiate vedere emergere dal fondo bianco di queste pagine, i segreti silenti che farranno "ardere nell'opera in Rosso" la Vostra anima.
Il passo è deciso, la mano ferma nel sostenere il ponte tra la terra ed il cielo (bastone con sette nodi) mentre con cuore amoroso sorridiamo consci che la lampada della "sentia" deve essere coperta, per impedirne l'erroneo uso di chi non ha il tempo o il destino di spiegare le proprie ali e se lo facesse, senza cuore puro, cadrebbe come angelo perduto.
Vicino il bastone il fisso ci guarda.
Archetipo
La parola archetipo
deriva dal greco antico ὰρχέτῦπος col significato d’immagine: tipos
("modello", "marchio", "esemplare") e archè
("originale"); il termine viene usato, attualmente, per indicare, in
ambito filosofico, la forma preesistente e primitiva di un pensiero. In
psicoanalisi, per indicare le idee innate e predeterminate dell'inconscio umano
che la filosofia greca rappresentò con la mitologia e la storia degli dei da
cui derivano i vari nomi dei pianeti che sono degli archetipi.
L'inconscio collettivo (per
Jung), è costituito sostanzialmente da schemi di base universali, impersonali,
innate, ereditarie che lui chiama archetipi.
Di questi i più importanti sono: il
«Sé» (il risultato del processo di
formazione dell'individuo), l'«ombra» (la parte istintiva e irrazionale e più
profonda che contenente anche i pensieri repressi dalla coscienza), l'«anima»
(la personalità femminile così come l'uomo se la rappresenta nel suo inconscio)
e l'«animus» (la controparte maschile dell'anima nella donna).
Particolarmente
importante è l' archetipo femminile che chiama anima o animus (nella sua
controparte maschile).
Da un punto di vista
dinamico Jung postula quattro funzioni fondamentali: pensiero, sentimento,
sensazione e intuizione.
Ciascuna di queste
funzioni è variamente dominante in ogni individuo e ogni individuo si rapporta
con l'archetipo femminile che risiede nel suo inconscio. Le funzioni meno
dominanti in un individuo vengono sommerse nell'attività dell'inconscio e
assumono la forma di funzioni psicodinamiche della sua anima come se questa
fosse in qualche misura separata e in grado di intrattenere una certa forma di
dialogo interiore.
Pertanto potremmo
riaffermare (ovviamente in forma teorico-didattica) che l'inconscio alla nascita contenga delle
impostazioni psichiche innate in quanto “homo sapiens” e quindi uniche ed
inseparabili alla nostra natura di “specie”.
Tali impostazioni e
immagini mentali (archetipi) innate ed ereditate, sono uguali a tutti
indistintamente e ci rendono una cosa unica, quindi un’unità in quanto
umanità e profondamente legata al nostro
macrocosmo collettivo psichico frutto della nostra creazione “sapiens”, in quanto materia, mentre in quanto “spirito” (ammesso che si
possa disgiungere) è legata al “quinto elemento” o entità di perfezione che ci
viene direttamente “dal Cielo”.
Quindi, come ci hanno insegnato gli antichi esiste una precisa connessione
tra il macrocosmo celeste ed il microcosmo “uomo”, ovviamente per quella relatività universale che caratterizza ogni cosa, al
suo interno vive un macrocosmo
collettivo ed un microcosmo acquisito e personale, dove ovviamente l’unità
microcosmica “uomo” influenza e condiziona il macrocosmo celeste.
Tra queste due infinite entità, macrocosmo celeste e
microcosmo uomo esiste una terza entità (trinicità) che è il macrocosmo
intermedio fatto da tutti gli essere viventi e non viventi (bisognerebbe
intenderci su cos’è vita?) che chi circondano nel nostro pianeta.
Penso sia evidente a tutti quanto l’uomo ha
condizionato e modificato ed alterato il macrocosmo intermedio e quanto questo,
viceversa, condiziona la nostra vita e
salute.
Pertanto come D-o è trinico anche l’uomo è trinico: spirito – anima – corpo che corrisponde a zolfo, mercurio e sale (in
Alchimia), mentre dal punto di vista psicodinamico da : Sé, l’ombra
e l’anima.
Interessante è
l’intuizione dell’ “ombra” già presente dal punto di visto esoterico nel Libro
degli Splendori.
Pertanto quando parleremo di macrocosmo e microcosmo
dobbiamo ricordarci di tutte le connessioni e di avere la massima apertura e
dinamica mentale, difatti quando useremo
l’antica simbologia greco-romana delle 12 potenzialità (segni zodiacali) e
delle 7 funzionalità (pianeti) non stiamo parlando delle costellazioni e
pianeti fisici o astronomici ma degli archetipi che rappresentano.
La signora Rosa si chiama rosa, come la rosa e non la rosa come la signora
Rosa…bel scioglilingua, ma è importante capirlo bene per
non fare confusione anche tra la simbologia degli archetipi e quella dell’astronomia.
Macrocosmo e Costellazioni
Le costellazioni alchemiche od
astrologiche sono costellazioni filosofali, che sono gli archetipi che
influenzano il macrocosmo ed il
microcosmo e che caratterizzano e riempiono di significato le
costellazioni e galassie
astronomiche e non viceversa.
L’Archetipo
della costellazione Toro caratterizzerà nel nostro microcosmo tutte le
persone nate dal 21 aprile al 21 maggio, dal punto di vista medico le patologie
della gola, mentre dal punto di vista del macrocosmo caratterizzerà la
costellazione del Toro che non “dà”, ma
riceve l’influenza e le caratteristiche del “Toro filosofale”.
Nello stessa visione archetipica, sono compresi i
pianeti che assumono il nome delle Divinità greche, le quali per noi sono degli archetipi e non viceversa.
Il Dio Marte (il dio della guerra) rappresenta l’archetipo energetico
legato al:
Ferro – acciaio – rosso - rubino
Principio attivo – fuoco - Infiammazione – febbri
Sessualità – Passione - energia genitale ( Ariete –
Scorpione)
ed in ultima istanza il suo pianeta simbolico e
rappresentativo del Dio Marte (e non tutto questo viceversa).
Abbiamo fatto questa premessa, un po’ complicata, per
renderci tutti più “modesti” e più “umili” difronte alla complessità
dell’infinito che noi non potremo mai comprendere o definire.
L’ALCHIMIA
L'alchimia è il percorso iniziatico spirituale alla ricerca della perfezzione, rappresentata dalla quintessenza.
Si tratta di isolare la forza vitale della vita stessa, in modo tale che possa essere
condensata, purificata, e manipolata, per permettete all’artista dell’Opera,
d’evolvere ogni cosa fino alla sua massima perfezione.
Vi sono diversi livelli di forza vitale negli
organismi, la quale può decadere più o meno velocemente mentre altri hanno una
tale abbondanza di vita che si possono riprodurre o addirittura aiutare a
rivitalizzare e stabilizzare la forza vitale in altri organismi che sono sbilanciato (vedi viridita di santa
Ildegarda).
IL TUTTO ALCHEMICO
Per comprendere con chiarezza di cosa stiamo parlando
bisogna ricordare che “Tutto ciò che esiste, visibile e non visibile,
comprensibile e non comprensibile è: il Tutto”.
Il Tutto è, e nel suo manifestarsi riafferma i cinque
principi dell'Alchimia, intesa come la Grande Opera del Creatore stesso a cui
ogni entità risponde:
1.
tutto l’universo è divino nella sua sostanza perché
Divina è la sua origine.
2.
tutti gli organismi,
hanno dentro di loro la scintilla divina della vita e sono in rapporto
tra loro. Il nostro compito è quello di capire questa parentela di uguaglianza,
in modo che possiamo utilizzare le nostre conoscenze per comprendere come
preparare la quintessenza d’ogni cosa che appartiene alla materia.
3.
Ciò che è in basso è, come ciò che è in alto e ciò che
è in alto, è uguale a ciò che è in basso.
4.
tutti gli organismi sono in uno stato di costante
evoluzione verso la perfezione. Il nostro compito, attraverso la Grande Arte, è
quello di favorire il raggiungimento della perfezione.
5.
gli esseri umani sono una parte dell'universo e quindi
di sostanza e origine divina, in continua evoluzione e possono influenzare
tutti gli organismi con le loro azioni e inazione e viceversa, esserne
influenzati (macrocosmo – microcosmo).
L’Alchimista, attraverso la comprensione delle leggi
fondamentali che governano l'intero
universo ed il rapporto di connessione tra tutti gli esseri, può imparare a
riconoscere la scintilla divina d’energia vitale in ogni organismi, isolarla,
purificarla, e manipolarla per accelerare i processi di evoluzione.
I Tre elementi essenziali
Tutte le sostanze create ed esistenti nell'universo,
indipendentemente dal loro grado di finezza mentale o densità del materiale,
sono composte da tre elementi essenziali.
Il nostro compito, attraverso la Grande Opera è
d’aprire la materia, in modo che le tre “sostanze” si possano esprimere.
Ci rendiamo
conto che è estremamente difficile formare una concreta immagine plastica di
queste tre forze della mente perché sia nei loro nomi sia nella loro essenza
ineluttabilmente si sarà portati ad una idea “materiale” di essi, pensate più a
dei archetipi.
Nella
Spagirica parliamo
di alcool (mercurio), di olii essenziali e principi attivi (zolfo) e Sali
solubili in acqua (dalla calcinazione),
ma questi tre principi universali, sotto i nostri occhi, hanno un
aspetto più legato al divenire dei tre principi ed il loro manifestarsi
attraverso i quattro elementi che il loro reale “essere” visibile e
comprensibili da ciò che i nostri sensi percepiscono e banalizzano.
L'alcol
etilico, olii essenziali volatili e di sali solubili in acqua, ottenuti dalla
calcinazione, sono in realtà solo i veicoli manifesti dei tre elementi
essenziali.
In alchimia i nomi dati ai tre elementi essenziali
sono:
Spirito = Zolfo
Anima = Mercurio
Corpo = Sale
MERCURIO
Il simbolo di
Mercurio è il grembo cosmico ( O ) che genera e governa la croce dei quattro
elementi (+) della creazione, il tutto governato dall’Anima = Luna.
Nella sua forma più universale il Mercurio Filosofale
(il Mercurio evoluto spiritualmente) è energia pura, e quindi nella sua purezza
“neutro”.
Per gli alchimisti è
il liquido nel Santo Graal. Si dice che senza questa sostanza nessun lavoro
alchemico può iniziare o essere portato alla sua conclusione perfetta. Le
istruzioni precise su come acquisire o preparare Mercurio filosofale non sono
mai state chiaramente rivelate.
L’unica cosa che
possiamo fare è di unire insieme i pezzi e gli indizi lasciati a noi dai
maestri, riconfermando che la verità non deve essere mai né detta né scritta,
ma cercata e che l’alchimia è innanzitutto una via iniziatica d’evoluzione,
dove la verità e conoscenza si rivelano solo quando l’adepto e pronto e se il
suo cuore è puro.
Molti sono i nomi del
nostro Mercurio: Mercurio dei Filosofi, 'acqua celeste, Aqua Vitae, Acqua del Saggio, Rugiada di maggio,
Alkahest, miele, aceto e Azoth.
Dal caos ogni cosa ha
la sua creazione, distruzione, si muove, respira ed esiste in una continua
evoluzione.
Il caos non è
confusione di pensiero e di forma ma rappresento il Tutto Creativo dal cui centro si irradiano raggi di energia
che portano in sé i germi di tutta la creazione.
Il potere Divino della creazione.
L’universo si è
creato da un’unica grande esplosione o come dice la Bibbia da un unico atto di
volontà che si è manifestato attraverso “il verbo” ossia la parola Divina: sia
la luce.
Noi stessi e tutto
ciò che vediamo, sentiamo e percepiamo
non è altro che la condensazione di quell’energia Creatrice. Le stelle,
galassie, il nostro pianeta, le rocce, gli alberi, gli animali e l'uomo non
sono altro che quell’energia iniziale, quello spirito condensato.
Pertanto il Mercurio
filosofale è energia pura onnipresente e neutrale in quanto imparziale, perché
l’energia creatrice si esprime in unicità assoluta e non in una visione bipolare.
Il nostro Mercurio è il “numina”, la potenza divina, più creatrice
di quella espressa da ogni forma di religione, che è prima e dietro la creazione stessa. Questa forza è
unitaria, il Tutto, non definibile con
la dualità, il tempo o lo spazio perché è il Tutto, indefinibile ed
incomprensibile.
Tutte le cose sono
uguali, cambia solo la forma e il loro grado d’evoluzione e dove l'energia è trasferibile da una fonte
all'altra e dove la stessa evoluzione è contagiosa.
ZOLFO
Il simbolo di zolfo ci mostra un
triangolo che rappresenta il fuoco che sovrasta e governa la croce che
rappresenta il 4.
Lo Zolfo, anche se diverso dal Mercurio, è generato
dalla stessa fonte e non è opposto, perché tra loro non c’è dualità, ma totale
presenza in ogni cosa, sommatoria e sinergia (vederli e descriverli in dualità
sarebbe riduttivo).
Lo zolfo rappresenta il “Mercurio Universale” nel suo
aspetto maschile, ampio e penetrante.
Zolfo è il seme che viene impiantato nell'utero per
fecondare l'ovulo è lo spirito, la scintilla che fa scaturire la coscienza e l'illuminazione.
Lo Zolfo si manifesta nel caratterizzare ogni cosa,
come le virtù, i principi curativi di
una sostanza, i colori, gli odori e il gusto sono realizzati mediante l'azione
dello zolfo, non facendo mai confusione tra questo zolfo ed il Zolfo
Universale.
La Trasmutazione delle Cose
L'energia trasportata all'interno dei raggi del sole
che raggiunge il nostro pianeta è ricca di zolfo universale (scintilla di
vita). I vapori di acqua nella nostra
atmosfera interagiscono con questa energia e delicatamente e la condensano
(l’energia) in una forma tangibile. Questa è la "distillazione siderale
delle macrocosmo”.
Si potrebbe pensare che il momento migliore per la
raccolta di questa energia è nel bel mezzo del giorno quando i raggi del sole
sono alla loro massima potenza, ma ciò è estremamente complicato. Di
conseguenza, i filosofi consigliano di acquisire la nostra acqua celeste
durante la notte. Il cielo dove essere sereno, per permettere la trasmissione chiara e non disturbata della
luce stellare (vedi sotto le acque celesti).
Fulcanelli dice:
"... Non è
come l'acqua dalle nuvole, anche se ha lo stesso aspetto. "Ancora più
avanti ci dice che la questione del lavoro" è una vera e propria calamita,
che attira a sé tutte le influenze del cielo, il sole, il luna e le stelle, per
trasmettere loro la terra ".
SALE
Il simbolo del Sale è l'uovo cosmico che mostra l'atto
compiuto della creazione. Qui lo spirito si manifesta mediante assegnazione di
una forma fisica. Qui, finalmente, possiamo vedere l'esito del ricorso
circolatorio ", come sopra, così sotto." In questa sostanza troviamo
una separazione delle acque del firmamento e la loro fissazione.
Il simbolo del sale è generalmente pensato come
neutro, né positivo né negativo. Eppure, quando si tratta di qualità universali
si troverà che la polarità e il significato della sostanza cambiano a secondo
degli eventi.
Le
acque celesti
I filosofi
antichi parlano di due acque che sono la causa primaria della creazione,
Entrambe queste acque sono sgorgate dal caos del sole. Pur essendo definite
acque una è chiamata zolfo, per denotare le qualità maschili e l'altra
acqua è
la sostanza universale nel suo aspetto più femminile. Ovviamente è stato
descritte le condizioni
atmosferiche necessarie per la sua corretta raccolta,
dove si è condensata la luce delle
stelle del cielo e contiene il fuoco sulfureo.
Rugiadosa. acqua celeste |
Se
noi alziamo lo sguardo verso il cielo vediamo le soffici nubi bianche e
comprendiamo che queste nubi sono nate dall'interazione dello zolfo solare e
l'atmosfera terrestre umida. Lo zolfo solare è cambiato e non è più fuoco e forza espansiva radiante.
Sappiamo ciò che è
avvenuto nei giorni precedenti:
i
raggi del sole entrano nell'atmosfera terrestre e reagire con essa e grazie al
suo calore causa l’evaporazione dell’acqua sia dall’aria umida sia dalla terra.
Più vapore acqueo sale verso il cielo più viene in contatto con i raggi cosmici. Durante la notte, quando
il nostro non ci illumina direttamente,
l'effetto di raffreddamento si manifesta nella notte, le parti più
sottili ed eteree del vapore rimanere in volo, mentre le sue parti più dense
discendono dal cielo come rugiada.
Qui troviamo il fuoco invisibile del
sole vestito di vesti eteree: acqua dal cielo
L'acqua che
cade durante un temporale è molto più femminile in termini di qualità, che
l'acqua di fuoco raccolta sotto forma di rugiada dalla condensazione della luce
stellare (notate la relatività di significato e proprietà…una rugiada è, per la
relatività e concentrazione dei raggi cosmici, più “maschile” d’una pioggia
anche se ambedue dall’aspetto sembrano acqua comune).
L’acqua
esprime la sua fertilità universale e per evitare che questo potere di
fertilità, (che deriva dal cielo, da ciò che è in alto a ciò che è in basso)
non venga mutato od annullato, l’acqua celeste che useremo non deve mai venir a
contatto con la terra, con piante, rocce ed animali.
acqua su acqua...mai acqua su terra |
Pertanto
dovremmo preservarne il suo potere raccogliendola direttamente in contenitori
di vetro per assicurare in questo modo
di mantiene il suo potere di fertilità.
L’acqua
celeste unica vera entità di fertilità non dovrà mai toccare la terra perché il
suo potere penetrante sarebbe assimilato totalmente dalla terra stessa , nostra
genitrice, rendendo quell’acqua celeste una semplice acqua (questo ci illumina
sulla non potenzialità dell’acqua di sorgente, usata nei fiori di Bach, perché
priva del suo potere creativo di quella scintilla di vita, così ricca e
traboccante nelle acque celesti).
Nel caso di
zolfo (acqua di rugiada), non siamo minimamente interessati alla quantità di
acqua ottenuta quanto ci fosse la qualità.
Quando
l'alchimista avrà imparato come raccogliere, combinare, e preparare queste due
acque, sarà in possesso di una “Sostanza” da cui derivano tutte le altre forme
di adattamento.
Da
questa acqua ricaviamo le quattro espressioni della
creazione conosciuti come gli elementi alchemici di fuoco, acqua, aria e terra.
Spagirica ed Alchimia
Vi
ricordiamo che in molti scritti, a ragione, i tre elementi essenziali sono
elencati come alcool etilico per il Mercurio,
volatili oli essenziali per lo Zolfo ed i sali minerali solubili per il
Sale.
La loro
rappresentazione è effettivamente quasi corretta quando si tratta di spagirica,
ma dobbiamo sempre fare molta attenzione
ricordandoci che l’Alchimia è il superamento di tutto questo attraverso
l’acquisizione della “scintilla di vita”.
Con la
spagirica raggiungerete il vostro scopo, ma potrebbe essere riduttivo, con la
separazione, la purificazione e la ricombinazione dei “veicoli” dei tre
elementi essenziali, trovandovi con un medicinale esaltato, ma non una vita.
Mentre
l’alchimia deve catturare la scintilla o
una fiamma di vita. Per questo motivo abbiamo concentrato la descrizione dei
tre elementi essenziali intorno la prima
forma in cui si manifesta questa scintilla, l'acqua celeste
dell'alchimista. In tal modo potrete
l'acqua celeste per la produzione di tutte le altre manifestazioni della
materia che sono necessarie.
Qualità universali e non “terrene”
Pertanto, le
polarità e le manifestazioni fisiche della tre principi sono enormemente
diverse da quelle che vengono normalmente descritte nella quotidianità.
Se esistono diversi gradi di densità
nel mondo materiale esistono anche vari gradi di finezza spirituale.
Alla fine,
tutte le cose sono generate dallo spirito e dal ritorno ad esso.
L'aspirante alchimista dovrebbe rendersi conto che la
natura è manifestazione e trasformazione dell'energia dello spirito
in modo che possa assumere attributi materiali.
I Quattro Elementi
I tre elementi essenziali si
manifestano attraverso i quattro elementi.
Questi
quattro elementi sono la rappresentazione simbolica delle quattro qualità
fondamentali della materia. Questi quattro stati della materia create dai tre
elementi essenziali
sono miscelati in proporzioni diverse per creare tutte le
manifestazioni fisiche della sostanza.
Vi
ricordiamo che non c’è nessuna cosa o sostanza che è l’insieme di uno o l'altro
degli elementi perché ogni cosa essendo parte, anche millesimale del Tutto, contiene
il Tutto.
Pertanto
dell’acqua normale può essere considerata l'elemento acqua, mentre in un altro
caso potrebbe essere l'elemento fuoco.
Bisogna sempre guardare su ciò che stiamo lavorando e la relazione con gli
altri ingredienti utilizzati.
Come si
evolve la sostanza in laboratorio, così anche i quattro elementi di trasmutare
l'uno nell'altro.
Nell'ultimo capitolo, ho descritto
il Mercurio dei Filosofi come una
sostanza universale con una natura dualistica, vale a dire, volatile e fissa.
FUOCO
Il Fuoco è rappresentato dal simbolo del
triangolo.
La sua forma
ci dice che è una sostanza composta da tre elementi ed il suo vertice rivolto
verso l’alto che è volatile e non fisso.
L'elemento
Fuoco si dice che sia il primo elemento nata durante la creazione
dell'universo.
Nella Bibbia
leggiamo "Sia la luce", e la teoria del Big Bang ci dice che
un'esplosione seguita da una luce accecante è stata la prima manifestazione
fisica nell'universo.
L'elemento
Fuoco è descritto come: espansivo,
radiante ed elettrico.
Di natura
calda e secca.
Nella sua
polarità positiva, è nutrimento, il
riscaldamento ed è vivificante.
Nella sua
polarità negativa, è distruttivo,
essiccazione, e debilitanti.
In
laboratorio, l'elemento fuoco è la sostanza che è il più volatile.
ACQUA
Il secondo elemento nato dall'atto della creazione è l'acqua.
L'elemento
acqua è descritto come aggiudicatrice, freddo, secco, e magnetico.
Nella
polarità positiva dell'elemento
acqua, è la costituzione attività di tutti gli organismi, cioè metabolismo.
Nella sua
polarità negativa è l’azione di
disgregazione cioè catabolismo.
Questo
elemento è rappresentato da un triangolo rivolto verso il basso.
Anche
l’acqua è composta dai tre elementi
essenziali, mentre il suo apice è rivolto verso il basso, pertanto “meno”
volatile e quindi fissa rispetto
all'elemento Fuoco .
Questo
elemento, però, ha una fluidità e un’attività “energetica” di movimento
In
laboratorio, l'elemento acqua è la seconda delle sostanze universali trovati
nel corso dei tre regni. In effetti, l'elemento acqua è nascosto nel ventre
dell'elemento Fuoco (vedi nella fusione dei metalli).
Con un
processo noto come ossidazione, il nostro elemento acqua può essere formata da
nostro elemento Fuoco (non pensata all’acqua ma al principio acqua).
I quattro elementi non
inalterabili, ma trasmutano continuamente l'uno nell'altro, come avviene nella
natura con il decadimento dell’inverno che si trasmuta nella rinascita della
vita in primavera e dai rami “appassiti” spuntano nuove foglie e verranno
prodotti nuovi frutti.
Quindi, abbiamo
le due forme energetiche o principi del nostro Mercurio, il volatile e il
fisso.
Vedremo più
avanti come queste due sostanze aiutano a formare i due Mercuri conosciuti come
il Mercurio Rosso e Mercurio bianco.
Il nostro elemento successivo è l'elemento Aria.
La
tradizione ermetica afferma l'elemento Aria non è un vero e proprio elemento in
sé e per sé, perché nasce dall’incontro degli elementi Fuoco e Acqua.
L’Aria è un
elemento di trasmissione ed è composta da
una qualità dominante presa dagli elementi fuoco e dell'acqua, cioè, calore e
umidità.
Se guardiamo
il simbolo per l'elemento Aria quattro elementi sono manifesti:
1.
l'elemento
di corso è costituito dai tre elementi essenziali;
2.
si tratta di
un semi-volatile natura;
3.
la linea
orizzontale attraverso il terzo vertice del triangolo ci dice che questo
elemento è disponibile in due forme, volatili e fisse, che ricevuti dal fuoco e
acqua;
4.
il
posizionamento della linea orizzontale nel terzo superiore del triangolo, invece che nel suo punto medio, ci dice che
la sostanza volatile è di una quantità molto minore di quella fissa.
In
laboratorio, l'elemento Aria è considerata anche essere costituito delle
qualità dominanti dei due elementi primordiali. In verità, il compito
dell'elemento Aria risiede nel controllare il fluido elettrico e il fluido
magnetico degli elementi fuoco e acqua. Per questo motivo si dice che sia la
vera essenza o coscienza della materia con la quale stiamo lavorando. Non
importa quale dei tre regni si sta lavorando (vegetale, animale e minerale), si
può, da una corretta comprensione della tecnica, estrarre questa doppia anima o
la coscienza dalla materia sta lavorando.
TERRA
Anche l'elemento aria, non è un
elemento proprio perché generato dalle qualità dominanti di secchezza e freddo
preso dai due elementi primordiali Fuoco ed Acqua.
Se si considera ciò che è stato detto a proposito
degli altri tre elementi, si arriverà ad una conclusione inevitabile: che
l'elemento terra è in realtà tetrapolare in natura. Questo perché è costituito
dalla azione dei tre elementi precedenti. Grazie alla sua specifica qualità di
solidificazione, gli altri tre elementi sono stati data forma.
Nel suo simbolo dell'elemento Terra
vediamo quattro elementi simbolici:
2.
è
fisso perché il suo apice è verso il basso;
dicono che si tratta in le due
forme di volatili e fissi; 3.
la
linea orizzontale nel suo terzo inferiore ci
4.
il
posizionamento della linea orizzontale ci dice che la quantità della sostanza
volatile è in una proporzione minore di quello fisso.
PRINCIPI GENERALI
GALENICA
Con galenica si intende l'arte di estrarre "medicamenti" dalle piante, definite correttamente droghe.
Galenica da dal
medico Galeno (131-201 d.C), medico dell’imperatore romano Marco Aurelio. (vedi prima lezione).
Le
piante verranno raccolte nel periodo in cui i principi attivi sono più
concentrati, pertanto si parlerà di “Tempo Balsamico” delle piante. Ovviamente,
quando parliamo di mesi, dipende dalle
zone e dall’altitudine. Tra la pianura e la zona pedemontana ( esempio valle di
Schievenin dove abito io) c’è una differenza di 20 giorni.
Tempo Balsamico
Piante Balsamiche (timo, maggiora nana ecc.)
|
Prima della fioritura
|
Pianta intera
|
All’inizio della fioritura
|
Sommità
|
Va raccolte le prime due o tre foglie
apicali
|
Fiori
|
prima che si schiudano completamente
|
Corteccia
|
In primavera alla ripresa vegetativa a
momento della risalita della linfa
|
Radici
|
In primavera per le piante perenni
|
Radici
|
Luglio - agosto – settembre per le
piante annuali e perenni (?)
|
semi
|
prima che la pianta li lasci cadere
spontaneamente.
|
Frutti e bacche
|
Alla giusta maturazione
|
Gemme
|
In primavera prima che si schiudano
|
Mettete le piante, senza ammassarle,
in un cestino e copritele con un panno perché non vi batta sopra il sole,
così le piante si conservano fresche più a lungo.
Non fate troppi strati sovrapposti
altrimenti le piante iniziano a «trasudare» e potrebbero ammuffire.
|
|
Non raccogliere in giornate
di pioggia o troppe umide (scirocco), ma in giornate di tempo bello e secco,
quando la rugiada è evaporata.
Raccogliere le piante in capaci recipienti, come ampi cesti, per garantire un efficace aerazione ed evitare eventuali fermentazioni. |
Essicazione:
Esistono diversi tipi di essicazione:
-
all'aria ed all'ombra
-
all'aria e al sole
- al
calore (es. in corrente d’aria)
Le
piante officinali non vanno lavate prima di essere essiccate. Si
fa eccezione per le radici
che necessitano d’una veloce lavatura in acqua fredda per liberarle dei residui
di terra. Non è consigliabile spazzolarle.
Dopo
la raccolta quanto più procederete rapidamente e tante meno sostanze attive
andranno perdute.
Essiccamento
all'ombra
Le
piante si possono essiccare appese
all’ombra od in un a soffitta areata o in appositi tunnel coperti con paglia e
frasche, dove la droga viene appesa e depositata in strati più o meno sottili
su doghe o canne. Se si tratta di radici si fanno incisioni nette e precise per
rompere la pelle che impedisce l'uscita dell'acqua se sono semi occorre
rimuoverli continuamente per fare seccare anche la parte superiore altrimenti
vengono attaccati dalle muffe.
È il
metodo migliore. Si usano delle stufe che producono un aria riscaldata a circa
45-50 ° e si insuffla l’aria dal basso, facendola girare il più possibile per
asportare l'acqua e trattenendola favorendone al massimo la saturazione: questo
evita che l'aria trascini con sé ulteriori quantità di P.A (principi attivi).
Da ogni 4 parti circa di materiale
fresco se ne ottiene 1 parte di droga essiccata pari
circa al 25% circa, ovviamente ci sarà
resa diversa se la droga è una radice,
un seme, una foglia…
La Conservazione
Le
piante ben essiccate vanno conservate in speciali contenitori ben chiusi in
luoghi puliti, asciutti ed al buio, si
usano barattoli di vetro e ceramica, molto asciutti, con tappo a chiusura
ermetica, per poterle identificare quando sono sbriciolate (in questo caso
riconoscibili solo da un esperto), segnando su un'etichetta il nome, la data di
raccolta e le proprietà terapeutiche (no scatole metalliche o sacchetti nylon).
Altri tipi di droghe necessitano di maggior traspirazione per cui si possono
conservare in sacchetti di tela o carta (esempio radici dure e spesse). I
preparati liquidi vanno tenuti in vetro scuro, ben chiuso ed al buio.
Preparazione ed Uso delle
Droghe
SOLUZIONI IDROALCOLICHE (Tinture Madri)
Soluzioni Idroalcoliche: con questa definizione facciamo
riferimento alla linea delle tinture Madri se fresche e degli estratti fluidi
se secche, secondo i principi della Farmacopea Francese.
Tinture Madri: Il rapporto pianta solvente è di
1 : 10 (con piante fresche)
Si lavora sempre e solo con
piante fresche perché garantiscono la presenza della totalità dei principi
attivi e perché così utilizziamo anche l’acqua contenuta in esse (mediamente
70-80%).
La messa a macerazione delle piante deve essere
rapidissima (entro 2 o 3 ore).
In questo modo evitiamo la
degradazione dei principi attivi (perché la macerazione inizia prima che si
attivino i processi degenerativi).
Gradazione
alcoolica a seconda di ciò che si vuole estrarre
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65° - 70°
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si estraggono
prevalentemente alcaloidi e oli essenziali (es. piante balsamiche).
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50° - 60°
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si estrapolano la
grande maggioranza dei principi attivi flavonoidi, antociani, saponine,
tannini, ecc.
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45°
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in parte saponine,
mucillaggini e i glicosidi molto polari (esempio Malva).
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IL PROCESSO DI LAVORAZIONE DEI MACERATI IDROALCOOLICI
Dopo la raccolta della pianta nel giusto periodo balsamico e nelle giuste condizioni ambientali (periodo
secco e dopo che la rugiada sia evaporata) si inizierà la preparazione della
Tintura Madre.
Sarà
appropriato assicurarsi che tutti gli elementi di supporto e di macerazione
siano isolati dalla terra (vedi Alchimia).
Preso e pesato un campione della droga, si
determinerà l’umidità per essicazione a 50° per 24 ore, visto che il rapporto
tra droga e solvente dovrà essere di 1 : 10 del loro peso di droga disidratata.
Compreso il rapporto tra pianta fresca e
pianta disidratata per calcolare esattamente la quantità di solvente da
utilizzare si porrà la pianta, dopo una veloce triturazione, in un recipiente
di vetro dalla bocca d’entrata ambia e comoda con la quantità stabilita 1 : 10
di soluzione alcoolica alla gradazione stabilita.
Si lascerà a macerare per 3 settimane (21
giorni) agitando frequentemente, poi si filtra per caduta con un torchio a pressione,
a questo punto si può lasciare la gradazione
finale di macerazione o come prevede la farmacopea francese si corregge
la medesima. Si lascerà poi riposare per 24 ore in un luogo fresco per poi rifiltrare con filtro in carta.
Il contatto pianta - solvente dura minimo 21 giorni (o multipli ***)
Facciamo un esempio: 1 Kg. di melissa fresca
contiene il 75% di acqua. Quindi il peso di pianta secca corrisponde a 250 g. (25%).
Conoscendo questo valore
determiniamo ora la quantità in peso di solvente da utilizzare: rapporto peso secco : solvente = 1:10.
Quindi su 250 gr. di pianta
secca “dovremmo” aggiungere in teoria
2.500 gr. di alcool.
Nel caso della melissa il
grado alcolico finale dovrà essere di 65°
Pertanto 1 kg di melissa fresca viene
fatto macerare in 2,5 kg
di solvente (1:10) a cui va sottratto il
peso dell’acqua già presente nella melissa che è pari al 75% (750 g.) pertanto
1 kg. Di
melissa verrà fatto macerare in 1,750 kg. di alcool a 65° (2,500 Kg. – 0,750 acqua =
1,750)
Pertanto:1 kg. di pianta Fresca,
mediamente, verrà macerato in 1,750 litri di alcool a
60-65°, secondo la farmacopea Francese.
Alternativa:
Macerazione per copertura ( ottima per auto-produzione)
Si
prendono le piante, esempio foglie di betulla, si tritano per poi disporle
all’interno di un bel barattolo capiente e poi coprite il tutto con una
soluzione di alcool a 60 gradi fino a coprire il tutto, portando il solvente
circa a due centimetri al di sopra delle piante. Con un mestolo premere le
piante in modo tale che siano coperte dalla soluzione.Lasciare a macerare per
trenta giorni, ogni 2 giorni dare una bella agitata, per poi usando un mestolo
rimetterle sotto il livello del solvente. Dopo 30 giorni filtrare ed
imbottigliare.
Esempio: 2 gocce x 70 kg. = 140 gocce : 3 = 46
gocce in poca acqua da assumere prima dei tre pasti.
Estratti fluidi (
con piante secche)
Si segue il
procedimento precedente solamente il rapporto tra droga (pianta) dovrà essere 1:5.
Questo tipo di estratti si effettuano solamente in casi eccezionali per le
piante “locali” e di norma per quelle
piante che provengono o da altre regioni italiane o da paesi esteri (es.
ginseng).
TABELLA
PER LA
DILUIZIONE DELL'ALCOOL A 96°
La tabella di lato indica le
proporzioni di alcol a 96° (quello comunemente in commercio) ed acqua per
ottenere la gradazione alcolica preferita. Ad esempio se vogliamo fare
una
tintura di qualche erba officinale usando 1 litro di soluzione
idroalcolica a 70°, dobbiamo procederemmo come segue:
Si
utilizza od un cilindro millimetrato od una caraffa millimetrata (si trova in
ogni negozio di casalinghi) e per una
soluzione a 70° si verserà 729 millimetri di alcol a 96° e 271 millimetri di
acqua o di sorgente (più vitale: Schievenin) o minerale a basso residuo fisso.
GEMMOTERAPIA
La gemmoterapia è un
metodo terapeutico basata sulla
somministrazione di tessuti freschi vegetali allo stato embrionale, come gemme
o giovani germogli, i cui principi attivi sono estratti mediante una
macerazione a freddo in una soluzione di glicerina, alcool ed acqua diluita
alla prima decimale omeopatica (1 DH).
Le attività terapeutiche sono state studiate da Henry
analizzando le variazioni delle proteine del siero del sangue: le albumine e le
frazioni delle globuline. Attraverso una sinergica attività sul metabolismo
della cellula, il gemmoderivato interferisce e riequilibra le perturbazioni dei
rapporti proteici della stessa ripristinando le funzioni vitali dell’organismo
cellulare in modo “dolce” e allo stesso tempo estremamente profondo.
Le proprietà dei
gemmoderivati hanno avuto un riscontro sia sperimentale che clinico. E' stato
possibile, per esempio, evidenziare l' attività stimolante sul sistema
reticolo-endoteliale da parte delle gemme di Betula pubescens, mediante test di
Halpern. Questo test consente di rilevare l' attività di una sostanza sul
sistema reticolo-endoteliale (misurando la velocità di riassorbimento di
particelle di carbone colloidale fissate dalle cellule reticolo-endoteliali del
ratto. Dopo la somministrazione di gemme di Betula pubescens la velocità di
depurazione del sangue nei ratti aumenta del 37%.
Il macerato base, secondo l’indicazione del 1965 da
parte della Farmacopea omeopatica francese, si diluisce alla prima decimale
1:10 (1DH). Ciò significa che questo rimedio è tra il ponderale e il
catalitico, dunque agisce mediante proprietà che non sono soltanto chimiche.
Il gemmoderivato agisce sfruttando la concentrazione dei
principi attivi e fitormoni presente nei tessuti giovani delle piante. Questi
tessuti sono in via di crescita e di moltiplicazione cellulare e vengono
chiamati tessuti meristematici o embrionali proprio perché le cellule sono in
continua riproduzione. In questi tessuti si riscontra un alto tenore di ormoni
vegetali.
IL PROCESSO DI
LAVORAZIONE DEI GEMMODERIVATI
Le gemme, i giovani getti,
le scorze, ecc. sono tutte rigorosamente raccolte al momento giusto, quando la
divisione e l’attività cellulare dei meristemi è al massimo. Le gemme devono
essere gonfie ma non aperte.
La macerazione dei tessuti
vegetali embrionali inizia entro le 2 - 3 ore dalla raccolta.
Preso
e pesato un campione della droga, si determinerà l’umidità per essicazione a
50° per 24 ore, visto che il rapporto tra droga e solvente dovrà essere di 1 :
20 del loro peso di droga disidratata.
Il
rapporto pianta solvente è di 1 : 20 cioè una parte di pianta
espressa come peso secco e venti parti di solvente.
Si macera le gemme per mezzo
d’una soluzione fatta di alcool e glicerina in parti uguali
L’alcool denatura gli enzimi
e quindi blocca la degradazione enzimatica che inizia dopo la raccolta della
pianta.
Non scordiamoci che esso è
anche un ottimo solvente dei principi attivi (mercurio alchemico). Per
perfezionare il processo estrattivo dei giovani tessuti vegetali si aggiunge la
glicerina. Oltre ad ampliare così le proprietà estrattive dell’alcool si
migliora la conservazione dei particolari costituenti delle cellule embrionali.
La macerazione avviene in contenitori di vetro e dura almeno di 30 giorni (vedi
il significato del n. 3).
IL PROCESSO DI
LAVORAZIONE DEGLI ESTRATTI DA GEMME 1: 20
La
parte di pianta che ci interessa viene raccolta correttamente, pulita, macinata
(per consentire al solvente di arrivare in tutte le sue parti veicolandone
quindi i vari componenti) e messa a macerare, tritata, in una quantità di
solvente pari a venti volte il peso secco della pianta. Il contatto pianta -
solvente dura minimo trenta giorni.
Facciamo un esempio: un
chilogrammo di gemme fresche di Ribes nigrum contiene il 75% di acqua. Quindi
il peso di pianta secca corrisponde al 25% del peso fresco.
Avremo perciò in 1 kg di gemme fresche, 250 gr.
di secco e 750 gr. di acqua.
Applicando il rapporto 1 : 20 avremo 250 gr. x 20 = 5.000 gr. che
è la quantità di solvente che ci serve per la macerazione di un kg di gemme
fresche.
A questo peso va sottratto
il peso dell’acqua contenuta nelle stesse, cioè 750 gr. Pertanto 5.000 gr. –
750 gr. = 4.250 gr.
E’ la quantità effettiva di
solvente da aggiungere alle gemme finemente triturate per completare la
macerazione. Esso sarà composto in ugual misura di alcool e glicerina . I 750
gr. di acqua che mi servono me li regalerà la pianta. Infatti questa è la
quantità racchiusa nei suoi tessuti embrionali. Dopo almeno 30 giorni si filtra
attraverso la decantazione del liquido e si spreme il residuo vegetale o con
dei pesi o con un torchio (300 – 400 atmosfere).
Quindi si riuniscono i due
liquidi e il tutto si filtra per gravità in grandi imbuti con filtri adatti
agli alimenti. Si ottiene così la base dei macerati di gemme.
Per avere il gemmo finito,
pronto per l’uso, bisogna diluire il tutto alla 1 DH (prima decimale omeopatica) che significa il nostro estratto
in nove parti di una miscela composta da: 50 % glicerina, 30 % alcool, 20 %
acqua (espresso in peso).
Note: mediamente gli estratti idroalcoolici
(tinture madri) nell’etichetta riportano il nome volgare, mente i gemmoderivati
portano il nome botanico. Esempio macerato idroalcolico di Betulla bianca (nome
volgare). Gemmoderivato di Betula alba (nome botanico).
Tinture Spagiriche a
macerazione a freddo
La Spagirica ha il compito di separare per
poi riunire e come diceva Paracelso (1493-1541) sta ad indicare la capacità di
separare il buono dal cattivo, il vero dal falso, il puro dall’impuro
La macerazione delle piante
dovrà avere un rapporto 1:5 tra droga e
solvente alcoolico (vedi proporzioni alcol nelle Tinture Madri).
Le piante appena colte e velocemente tritate,
saranno "sposate" con una
soluzione alcoolica a 65° (vedi scheda gradazione. alcoolica e piante) in un
contenitore di vetro ( grandi barattoli o damigiane) che verrà ben chiuso.
Ogni giorno verranno mescolate, con l'accortezza che le piante
dovranno rimanere sempre coperte dal nostro Mercurio (alcool). La Macerazione dovrà
durare almeno 21 giorni o multipli di tre visto che il cristianesimo è una
religione trinica.
La
calcinazione
Dopo il periodo di macerazione (Opera in
nero), la tintura verrà separata dalle piante di macerazione con un triplo
filtraggio. I tre "residui" del filtraggio (le piante
macerate) verranno riuniti per essere
messi ad essiccare. Quando saranno ben secchi, verranno messi, in un
contenitore, sopra il fuoco (meglio fare questa operazione all’aperto) finché
la “materia” verrà carbonizzata…si continuerà a riscaldare finché la “materia”
carbonizzata si trasformerà in cenere bianca uniforme e dall’odore acre e pungente.
La calcinazione (Opera in Bianco) ancora bollente sarà aggiunta
alla nostra “tintura” chiudendo bene il tutto.
Dopo 9 giorni si ripeterà il triplo
filtraggio e la calcinazione, la quale sarà messa a maturare nella tintura per
9 giorni per poi essere, per la terza volta filtrata e calcinata.
Si filtrerà il tutto per l’ultima volta ed il
contenuto del filtro sarà un sale insolubile, il quale potrà essere
riconsegnato alla madre terra o messo da parte per altre preparazioni
spagiriche.
La Rotazione
La nostra tintura a questo punto dovrà essere
messa in un “pellicano” od in un refrigeratore, scaldando il tutto per alcune
ore (o tutto il giorno) il modo tale che la nostra tintura evapori
per poi
essere refrigerata e condensata ritornando ad essere riscaldata ed
evaporata….il procedimento di riscaldamento verrà interrotto per lasciare il
tutto a raffreddare per poi essere ripreso il procedimento per sette volte (di
lato il Pellicano per la rotazione):
Essenze Spagiriche prodotte da Fermentazione
Si parte da piante
fresche finemente tritate e messe in un contenitore di grandi dimensioni con
l’aggiunta di acqua di sorgente e lievito di birra ed il tutto lasciato a
fermentare con il recipiente chiuso.
Quando l’insieme non produrrà più bollicine
del gas la fermentazione, sarà conclusa la macerazione e l’alcol prodotto
(alcol nascente) dalla fermentazione avrà estratto lentamente e delicatamente
“il nostro zolfo alchemico” (oli essenziali e “principi attici”) a questo
punto, al nostro prodotto verrà aggiunto il 15% di alcool a 95° ed il tutto verrà delicatamente e lentamente distillato.
Il
distillato sarà momentaneamente e ben chiuso messo da parte per poi essere
riunito con le piante calcinate della distillazione (la prima) e lasciato il
tutto maturare per 9 giorni per poi essere 3 volte filtrano, arricchito con il
15% di alcool a 95 gradi per essere per la seconda volta ridi stillato e così
via per tre volte. Alla fin e la nostra quintessenza sarà posta nel “pellicano” per la rotazione che può
durare anche per 9 settimane.
Chiediamo venia per le semplificazioni
e per la voluta “non chiarezza” della parte
filosofica, atta a non chiarire
ma a far dubitare, nella speranza che i dubbi possano portare e spingervi alla
ricerca ed allo studio.
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